venerdì 31 dicembre 2010

L'eternità in un'ora


Per il nuovo anno auguro di:


Vedere il mondo in un granello di sabbia
E il cielo in un fiore di campo,
Tenere l'infinito nel palmo della tua mano,
E l'eternità in un'ora.

William Blake
Buon 2011, Francesca

mercoledì 29 dicembre 2010

C'è posta per me?



Adoro scrivere lettere e mi piace ancora di più riceverle. Non riesco a rassegnarmi all'era di internet, una e-mail non mi da la stessa soddisfazione di una lettera scritta a mano.
E' unica la sorpresa di trovare, in mezzo alla posta, una lettera indirizzata a noi. Unica l'emozione di aprire la busta, stendere il foglio e accingersi a leggerlo, una, due, innumerevoli volte fino a renderlo frusto e consunto. Quindi cercare un momento di calma e silenzio, un momento da dedicare solo alla persona che ci ha scritto e a cui ci accingiamo a scrivere a nostra volta. Completata la lettera, scegliere con cura il tipo di carta (come i quaderni, ho diversi tipi di carta da lettere), pensare a quale sia il più indicato alla persona a cui ci rivolgiamo, quale potrebbe piacere, il più indicato a fare da sfondo alle nostre parole. E poi accingersi a scrivere in bella copia (almeno io faccio così, scrivo sempre prima una brutta copia, non mi piacciono le lettere pasticciate), per ultimo l'indirizzo sulla busta. Una volta spedita, ha inizio l'emozione dell'attesa. Perché a differenza di una e-mail, che viene quasi sempre letta in tempo reale, non si sa invece quando una lettera arriverà a destinazione. E una volta arrivata, quale sarà la reazione? I commenti e sentimenti che le nostre parole susciteranno? E poi c'è una seconda attesa, quella della risposta, perché non si sa se e quando ne riceveremo una, ed è dolce questa trepidazione, questo momento di sospensione.
Adoro scrivere lettere e mi piace ancora di più riceverle, perché così ho la scusa di scriverne altre!

Letters of thanks, letters from banks, letters of joy from girls and boys... and timid lovers' declarations and gossip, gossip from all the nations... Clever, stupid, short and long, the typed and the printed and the spelt all wrong.
Auden

lunedì 27 dicembre 2010

Giochiamo alle signore

Dopo aver letto questo, avendo la fortuna di possedere l'originale Enciclopedia della donna ereditata da mia madre, ho provato una certa nostalgia e la voglia di riprenderla e sfogliarla, a caso, saltando da una pagina all'altra proprio come facevo da ragazzina.
Ricordo che amavo osservare le fotografie e le numerose illustrazioni; pagine intere in cui veniva elencato e presentato tutto ciò che non sarebbe mai dovuto mancare nel guardaroba, nella casa, nella cucina, ecc. di una vera signora. E naturalmente vi erano anche descritti i comportamenti corretti da seguire in ogni situazione e luogo; la sezione “Galateo” era ed è la mia preferita.
Sfogliando questi volumi provo le stesse sensazioni e ho le stesse fantasie che ho guardando “Sabrina”, “Colazione da Tiffany”, o lo stesso piacere che provo in questi giorni leggendo “Emma” di Jane Austen. Perché in questi libri o film viene ritratto un mondo che mi piacerebbe molto abitare; un mondo dove le persone sono sempre elegantemente vestite, i dialoghi sono arguti e raffinati, i modi educati ed appropriati, dove la grande assente è le volgarità. In un mondo così sembra impossibile essere infelici.
Eppure, se uno va oltre l'apparenza, oltre la superficie, qual'è il vero scopo di questa enciclopedia? Prendiamo, ad esempio, l'indice degli argomenti del primo volume:

abbigliamento, arredamento, arti, biancheria per la casa, bilancio familiare, carriere femminili, chirurgia estetica, corso di cucina, cosmesi, costume, dietetica, educazione dei figli, elettrodomestici, galateo, giardinaggio, ginnastica estetica, gioielli e bigiotteria, gli stili nella casa, guardaroba, ecc.

Non vi prende un certo sconforto? E' questo quello che ci si aspettava da una donna 45 anni fa? Era un modo, come scrive Francesca Magni, per contenerci, per “imbrigliare e domare”? Non voglio suonare polemica e neanche troppo femminista, però non posso fare a meno di provare anche un po' di amaro in bocca ogni volta che la sfoglio. Non posso essere orgogliosa fino in fondo della donna che vi è ritratta, non mi ci riconosco e non riconosco neanche mia madre, che in quegli anni aveva quasi 30 anni (e portava la minigonna!)
Ma confesso anche di trovare questa enciclopedia molto divertente, in qualche modo nostalgica e, sotto certi aspetti, anche molto istruttiva. Se volessi sapere come riconoscere un mobile luigi XVI o una vera porcellana Richard Ginori, qui troverei tutte le spiegazioni di cui avrei bisogno.
In fondo sono ancora la stessa bambina che giocava “alle signore”, tirava fuori il servizio buono e invitava sua madre a prendere il caffè!


venerdì 24 dicembre 2010

Il mago di Natale

S' io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'albero finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock and roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole le prende:
gratis, s'intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.

Gianni Rodari


Buone Feste, Francesca

sabato 18 dicembre 2010

Virgola, Storia di un prebambino


Virgola è una prebambina, cioè una bambina ancora da nascere, ed abita lassù nel cielo, su una nuvola bianca e rosa, insieme a tanti altri prebambini.


 
Inizia così una favola che amavo molto da bambina e, pur di rileggerla, ne sono andata alla ricerca nei numerosi scatoloni in cantina, pieni dei libri che non ho potuto portare con me, perché la mia casa è piccola per contenerli tutti.
Poche righe e mi sono ritrovata catapultata a “Primadiandargiù”, la nuvola dove abitano i prebambini. E' un luogo speciale, dove i Santi la mattina dimenticano l'aureola sul comodino, i dolci sono fatti d'aria, polvere di stelle e musica di angeli e i prebambini vanno a scuola solo quattro giorni all'anno, perché tutti gli altri giorni è sempre l'onomostico di qualche Santo.



I prebambini hanno una divisa: un camicino color aria che arriva giusto al sederino, un fiocchetto alla caviglia cui è attaccato, tintinnante ed allegro, un campanellino che porta inciso il numero e il nome del prebambino. In testa, poi, portano un cappellino a cono fatto di tante stelline piccole piccole e lucenti.



A “Primadiandargiù” si festeggiano i “Non-Compleanni” e il “Momentogiusto”, che arriva di solito dopo nove “Non-Mesi” e tutti i lunedì, all'arrivo di San Calderone, i prebambini sfogliano gli album fotografici dei terrestri, alla ricerca di una mamma e di un papà.

Virgola però è una bambina dai gusti difficili, preferisce di gran lunga andare in giro per il Paradiso a fare bricconate con il suo cagnolino, Putiferio, e ogni volta che sfoglia gli album di San Calderone non trova mai dei genitori di suo gusto:

Quel papà lì è troppo grasso... Che buffa sta mamma... Questi nonni non mi vanno perché hanno i baffi... Eh già, lì non vogliono cagnetti, ed allora il mio Putiferio dove lo lascio?...

Arriverà anche per lei il momento di pronunciare questa preghiera?

Mio buon Gesù Bambino, ti prego, ho visto un papà e una mamma ed il mio cuore ha sentito il loro richiamo. Fammi andare da loro...



Scegli noi...

martedì 14 dicembre 2010

Il pensiero di te


Confesso che lo amo - godo all'idea di amarlo - ringrazio il creatore del Cielo e della Terra - per avermelo dato così che potessi amarlo - la gioia mi sommerge... Il Torrente si trasforma in Mare - al pensiero di te.
Emily Dickinson

Buon Compleanno, amore mio.


domenica 12 dicembre 2010

L'anima dell'uomo

A proposito di quaderni e della mia numerosa collezione, in uno di questi trascrivo brani di libri o poesie che mi sono piaciuti particolarmente, o che mi colpiscono e mi fanno riflettere. Non necessariamente devo essere in accordo con quanto scritto dall'autore, può essere anche un punto di vista diverso dal mio, un modo nuovo di vedere. Mi piacerebbe ogni tanto condividerne qualcuno con voi, riguardanti il mondo del libro o della scrittura. E quale miglior modo di inziare, se non da un'altra scrittrice che amo molto?

Non esiste Vascello che come un libro
Ci sa portare in terre lontane
Nè corsiero come una pagina
Di scalpitante Poesia
E' un viaggio che anche il più povero può fare
Senza il tormento del pedaggio
Quanto è frugale la carrozza
Che trasporta l'anima dell'uomo.

Emily Dickinson                                                                                  


venerdì 10 dicembre 2010

Virginia Woolf

Ho un vago ricordo di me in biblioteca, ma non so spiegare che cosa mi spinse a scegliere quel libro invece che un altro. Forse la memoria si confonde perchè ho l'impressione di conoscerla da sempre e di conoscerla anche piuttosto bene. So con certezza che fu dopo che lessi la biografia "Virginia Woolf" scritta da suo nipote Quentin Bell che mi innomarai di lei e non prima, anche se avevo già letto dei suoi libri.
Dopo la biografia venne la lettura del suo diario, per ben due volte, delle sue lettere e di tutti i libri che la riguardavano che mi capitavano sotto mano.
E' una cotta strana perchè conosco molte cose di lei, ma non ho ancora letto tutti i suoi romanzi; ammetto di trovarli molto impegnativi. Credo che sia solo questione di tempo e che al momento giusto li leggerò.
Nonostante queste lacune, Virginia Woolf è la mia scrittrice preferita. E' anche grazie a lei che è nata la mia passione verso la scrittura e verso tutto ciò che riguarda questo atto.





Scrive il nipote nella biografia:

E' raro trovare un autore che vede  così chiaramente e improvvisamente non la trama o il metodo da seguire per un particolare romanzo, ma l'intero programma per un decennio.

E ne ho trovato riscontro nel suo diario, dove annota idee, titoli, spunti e trame. Si ha così la possibilità di veder nascere un libro e trovo questo processo molto interessante ed emozionante. Provo molta ammirazione per gli artisti e e per l'arte nelle sue diverse forme, e poter consoscere i passi che hanno condotto un'opera ad assumere la sua forma finale mi permette di apprezzarla ancora di più.





In questo quaderno non voglio scrivere nulla che non mi diverta scrivere. Eppure scrivere è sempre difficile... la vanità lo impedisce. Voglio apparire una donna riuscita, anche ai miei stessi occhi...
Penso troppo ai come e ai perchè, troppo a me stessa.

Mi è venuta voglia di rileggere il suo diario. Spero di aver incuriosito anche voi.



giovedì 9 dicembre 2010

Il quaderno azzurro

Lavorando, sono spesso obbligata a scrivere di sera. Mi piace sedermi sul divano, nell'angolo vicino alla lampada; le gambe raccolte, il quaderno appoggiato su un cuscino.
Ho molti quaderni, di diversi modelli e colori. Mi piacciono e non riesco a fare a meno di comprarne. Ne ho così tanti che mi sento un po' in colpa, sento quasi il rimprovero della mamma...
Non inizio un quaderno nuovo fino a quando non ho finito quello su cui sto scrivendo. Anche se, ora, mi piacerebbe tanto scrivere sul quaderno azzurro comprato a New York.





martedì 7 dicembre 2010

Un pezzo di sogno

Francesca ed Eva si conoscono da quando erano bambine. Hanno fatto amicizia in spiaggia, nella città di mare dove entrambe andavano a trascorrere tutti gli anni le vacanze estive. Era bello ritrovarsi, un po’ più cresciute e con un anno intero da raccontarsi. Si erano perse di vista durante gli anni dell’università, per poi ritrovarsi un’estate, nella stessa spiaggia in cui avevano fatto amicizia.
Francesca ed Eva in estate non si sono solo conosciute, sono anche nate, con un giorno di distanza l’una dall’altra nello stesso anno. Si sono così trovate ad affrontare alcuni passi importanti delle proprie vite quasi nello stesso momento ed è stato naturale e bello condividerli: il primo lavoro, la prima casa, la convivenza, i sogni e le speranze.
Ora Eva ha un grande progetto: insieme al suo fidanzato ha comprato un terreno, un noccioleto, e lì vi costruiranno la casa dei loro sogni. Alcuni giorni fa hanno portato in dono questo:

e per Francesca è come se gli avessero dato in dono un pezzo di sogno.


domenica 5 dicembre 2010

Secondo passo

Mi piacciono le biblioteche. Sono stata una loro grande frequentatrice  quando ero una studentessa e continuo ad andarci ancora, anche se con meno frequenza, per prendere i libri in prestito. Mi piace l’odore di carta che vi si respira e perdermi negli scaffali stipati di libri. Provo quasi una sensazione di ubriachezza e non so mai decidermi, portarne a casa con me solo due è davvero un magro bottino.
E’ stata una bella sorpresa scoprire che la mia biblioteca preferita stava per organizzare un corso gratuito di scrittura creativa e non ho esitato ad iscrivermi. Due sabati fa ha avuto luogo il primo incontro e  così, dopo il blog, anche il secondo passo di questo cammino che ho voluto intraprendere è stato compiuto.
Scrivere è scoprire che cosa si scriverebbe se scrivesse.
Marguerite Duras



In un prossimo post riporterò anche il primo frutto di questo corso e se vi farà piacere vi racconterò che cosa abbiamo fatto in quelle prime due ore.