domenica 30 gennaio 2011

Mi prende e mi porta via

 Ho letto quasi tutti i suoi libri, anzi, sarebbe meglio dire che li ho divorati perché, quando inizio a leggerli, non riesco più a fermarmi. Eppure li ho sempre definiti con un: “Non è il mio genere”. Ma come? Li divoro ma non sono di mio gusto? Mi contraddico da sola.
Questa volta però non me la posso cavare con così poco. Perché questa volta devo ammettere che avrei voluto che “Io e te” non fosse così corto. Questa volta ho dovuto obbligarmi a smettere di leggerlo. L'ho centellinato.
Eppure, nel suo essere breve, è perfetto; c'è tutto. Capita alle volte, mentre leggi un libro, di provare il desiderio di conoscere meglio un personaggio, o di desiderare di sapere che cosa succede dopo. Qui non è così, Niccolò Ammaniti non avrebbe potuto scrivere nulla di più.
Non mi resta che confessare a me stessa che forse “Non è il mio genere” perché ogni suo libro è un pugno nello stomaco, è dolorosamente reale. Soprattutto, devo confessare che, anche se so che il colpo è lì, che mi aspetta dietro la pagina, non posso fare a meno di aprire il libro, e ogni volta mi prende e mi porta via.

venerdì 28 gennaio 2011

Germogli di sorrisi


Le cortesie più piccole
- un fiore o un libro -
oppure questo

piantano sorrisi come semi
che germogliano nel buio.
Emily Dickinson

Grazie a Francesca da Francesca

martedì 25 gennaio 2011

Let the Great World Spin

In che considerazione tenete i premi letterari? Li seguite? Leggete i libri o gli autori che ottengono un riconoscimento?
Ricordo di aver pensato due cose quando ho scelto questo libro: parla di New York, una città che mi è entrata nel cuore, e ha vinto un premio letterario prestigioso, il National Book Award 2009.
L'ho finito, in poco tempo nonostante la sua mole, e continuo a provare la stessa sensazione che ho avuto per tutta la durata della lettura: come se qualcosa mi sfuggisse. Ho come l'impressione che qualcosa ribollisse sotto la superficie e io non sia riuscita farlo emergere. Non ancora almeno; il fatto che io abbia continuato nei giorni scorsi a rigirami questo libro tra le mani significherà pure qualcosa.
E poi sono andata su internet, ho digitato Colum McCann e ho trovato un elenco lunghissimo di lodi. Come è possibile che io non riesca a condividere tutto questo entusiasmo? Continua a sfuggirmi qualcosa...
Poi, in mezzo a “...one of the most eletric, profound novel... an emotional tour de force... a book of treasure...” il mio sguardo ha indugiato sul titolo: “Let the Great World Spin”.

Questo bacio vada al mondo intero” – “Let the Great World Spin”

Ho sbagliato lingua.


sabato 22 gennaio 2011

Parenti di pergamena

Tornare ai miei libri -
Un piacere - alla fine di stanche Giornate -
Rende quasi cara l'Astinenza -
E il dolore - dimenticato - si fa Lode -

Come il Profumo del cibo - rallegra Ospiti
Ritardatari con la promessa di Banchetti -
Così le spezie - sollecitano i tempi
Che portano alla mia Biblioteca -

Fuori - possono esserci Lande aspre e deserte -
E i passi lontani di Uomini privi di forza -
Ma la mia Vacanza - lascia fuori la notte -
E - dentro - è melodia di Campane -

Ringrazio questi Parenti e lo Scaffale -
La Fisionomia di Pergamena di quei volti
Mentre attendo il momento - mi innamora -
E quando li possiedo - mi dà piacere -

Emily Dickinson

domenica 16 gennaio 2011

Ciao mare ciao



Sono in piedi, in riva al mare, un mare agitato. Le onde mi sommergono i piedi, mi schiaffeggiano le gambe con potenza. L'acqua è fredda contro la pelle delle gambe, la sabbia scivola via da sotto i miei piedi, trascinata dal mare e dalla sua violenza. E' questo che significa sentire mancare la terra sotto i piedi?
Ad uno ad uno i granelli di sabbia scivolano via, portati al largo dal mare. E ad ogni granello di sabbia che mi lascia, io lascio andare qualcosa a mia volta. Perché oggi sono venuta a dire addio a questa città, a questa spiaggia, a questo mare.
In questo mare ho imparato a nuotare, su questa spiaggia ho preso la mia prima sbronza, in questa città ho dato il mio primo bacio. Anno dopo anno ho rivisto le stesse persone, preso il sole su lo stesso scoglio, fatto le stesse passeggiate mangiando il gelato, curiosato negli stessi banchi al mercato, ordinato sempre la stessa pizza nella stessa pizzeria perché “Solo qui la fanno così e così buona”.
Queste strade che conosco così bene perché ho percorso in lungo e in largo, quando da ragazzina l'irrequietezza si faceva così forte che l'unico modo per placarla era camminare fino allo sfinimento.
Questa città che mi ha visto crescere e che non mi vedrà invecchiare.
Questo potrebbe essere l'ultima volta che bagno i piedi in questo mare o che questo mare bagna i miei piedi. In questo mare così tormentato, proprio come me; così freddo, proprio come il freddo che mi stringe il cuore.
E io non so più cosa sarà per me estate.


mercoledì 12 gennaio 2011

Ho fatto indigestione


So di aver scritto più e più volte del mio interesse per gli scrittori e l'arte di scrivere. Quello di cui invece non ho mai scritto è della mia passione per la corsa.
Sono diversi anni ormai che corro, con alcuni periodi di “sosta” e con alterni risultati. Il lavoro mi permette di correre solo la sera e l'inverno, con il freddo, i malanni di stagione e le giornate più corte, quindi più buie, rende l'essere costanti impresa ardua. Ma sono sempre molto contenta quando riesco ad andare a correre. Torno rigenerata, con la mente libera e più leggera. Per me è una sorta di meditazione.
Ovviamente, ad attirarmi del libro di cui sto per parlarvi è stato il titolo.


Non sapevo nulla dell'autore e non avevo letto nessuno dei suoi libri, ma mi ha incuriosito molto il binomio scrittore-maratoneta.
Immaginerete quindi la mia sorpresa quando, andando avanti nella lettura, ho scoperto che il libro non parlava solo della corsa ma anche della scrittura. In una sorta di diario, l'autore racconta di come è diventato, oltre che maratoneta, anche scrittore, con una serie di parallelismi e rimandi davvero interessanti. Essere uno scrittore l'ha fatto diventare un corridore; la corsa ha influenzato la sua scrittura. In fondo, per entrambe le attività, ci vuole allenamento.
E' stato davvero interessante questa lettura. Soprattutto per me, che ho trovato in un solo libro, due temi che amo molto... ho fatto indigestione!
E poi c'è questa frase, che continua a ronzarmi in testa:

Pain is inevitable. Suffering is optional.

venerdì 7 gennaio 2011

Acqua di fiaba e pioggia di sogni

Per la Befana mi sono regalata questo:



Avevo già scritto qui di quanto mi piacesse fare la conoscenza degli scrittori, non solo dei loro libri. Vedere un buon film che narri della loro vita o parte di essa, è un modo piacevole di trascorrere un paio d'ore e di immergersi completamente nel mondo della creatività.
Miss Potter” è un film molto carino, dai toni pacati e dolci, proprio gli stessi sentimenti che abitano le favole di questa scrittrice e disegnatrice inglese. Nel film è descritta come una donna forte e determinata, capace di portare avanti le sue ambizioni e, in anni in cui erano ancora poche le donne libere di svolgere una professione, di dedicare la sua vita a ciò che più amava fare: disegnare e raccontare favole.

Favole che io ho sempre amato, popolate di animali carini e simpatici e ambientate nella tipica campagna inglese, paese a cui sono molto affezionata.
Così, oltre a poter rivedere il film, ora potrò rileggere anche i suoi racconti e ammirare i suoi disegni.




 
La fantasia è un piccolo fiore da innaffiare tutti i giorni, con acqua di fiaba e pioggia di sogni. Leggi e guarda, ascolta e sogna.



martedì 4 gennaio 2011

To be a Poet


To be a poet is to have a soul so quick to discern, that no shade of quality escapes it, and so quick to feel, that discernment is but a hand playing with finely ordered variety on the chords of emotion - a soul in which knowledge passes instantaneously into feeling, and feeling flashes back as a new organ of knowledge.
One may have that condition by fits only.
George Eliot


domenica 2 gennaio 2011

A little Crush

 L'inizio non è stato dei più favorevoli. I giorni precedenti le feste natalizie sono stati davvero impegnativi, sia dal punto di vista lavorativo che non. Il tempo libero a disposizione era poco e spesso capitava che la stanchezza e il richiamo di Morfeo fossero più forti della voglia di leggere. La lettura in lingua originale non facilitava le cose, avevo trascurato il mio inglese per troppo tempo. La protagonista non riscuoteva la mia simpatia e trovavo il racconto alquanto ripetitivo. Insomma, la lettura procedeva davvero a singhiozzi.
Complice l'influenza, e il mio rifiuto di abbandonare il libro (con i classici non riesco ad essere così spietata come con i contemporanei. Riverenza verso gli Antichi?), la lettura di Emma di Jane Austen è poi proseguita in modo più spedito.
Senza accorgermene mi sono ritrovata profondamente coinvolta nelle vicende dei protagonisti, pronta anch'io a dire la mia e a fare le mie previsioni nel match-making di Emma. Le ho azzeccate tutte, a differenza sua... . Prendevo parte alle visite di cortesia o per “rendere omaggio”, ai veri tè, cene e gite fuori porta. Ed ero d'accordo con Emma nel trovare Mrs Elton insopportabile.
Ma soprattutto mi sono scoperta ad attendere a ogni paragrafo il suo arrivo, a sperare in un suo incontro e a pendere dalle sue labbra come una ragazzina. Nessun uomo reggeva il confronto e nessuna fanciulla era abbastanza bella o intelligente per poter aspirare alla sua mano. Mi sono ritrovata a pensare quanto fosse gentile, saggio, proprio un vero gentleman e lo immaginavo bellissimo.
Ho preso una cotta per Mr Knightley!