mercoledì 30 novembre 2011

Vedere il gorilla

Il 22 novembre il mio blog ha compiuto un anno.
Mi sono presa un po’ di tempo per riflettere, con molta calma, su che cosa abbia significato per me questo spazio, creato con grossi timori ma molte aspettative. Sono arrivata alla conclusione che è stato il regalo migliore che potessi farmi. In quel periodo ero focalizzata, troppo, su un solo aspetto della mia vita e non mi rendevo conto che, in realtà, quest’ultima era composta da tantissime altre cose e che me le stavo perdendo.
Ricordo che un paio di anni fa, durante un corso di formazione al lavoro, ci era stato mostrato un filmato. Ci avevano anticipato che ci sarebbe stato un campo da basket con alcuni giocatori e che noi avremmo dovuto contare i palleggi. Mi impegnai tantissimo e cercai di non staccare mai gli occhi dalla palla; alla fine del filmato ero molto curiosa di sapere se ero stata brava a contare. Per tutta risposta ci mostrarono nuovamente il filmato, questa volta però non avremmo dovuto contare. Con mio grosso stupore scopri che, mentre io ero impegnata a fissare la palla, un uomo travestito da gorilla era entrato nel campo da basket, aveva fatto un comico balletto e poi se ne era tranquillamente uscito. Io non l’avevo visto. Al corso ci avevano mostrato questo filmato per farci capire il pericolo dell’essere troppo concentrati su un obiettivo. Ma ho scoperto, a mio discapito, che questo pericolo c’è anche nella vita di tutti i giorni.
Il blog mi ha fatto “vedere il gorilla” e, per continuare ad usare la metafora, ora siamo diventati grandi amici, balliamo come due forsennati, mangiamo insieme banane e ci spulciamo! Questo blog mi ha regalato un paio di occhi nuovi sul mondo. Il fatto che io non riesca ancora riconoscere che questo risultato sia merito mio è una caratteristica del mio carattere su cui sto lavorando…
E’ un immenso piacere, inoltre, sapere che qualcuno dedichi momenti preziosi del proprio tempo per venire a farmi visita sul blog, sono carezze sull’anima. Quindi, non appena avrò un’idea carina su che cosa regalare, organizzerò un altro give-away per ringraziarvi delle vostre visite! Nel frattempo sarei davvero curiosa di sapere che cosa vi piace o non vi piace del mio blog (le critiche fanno male, ma anche crescere!) e magari qual è stato il vostro post preferito.
Buon Compleanno a… me!


sabato 26 novembre 2011

Perdere il sonno

La lettura rende insonni. Il lettore perde deliberatamente il «treno del sonno» pur di non abbandonare il capitolo. Seduto sulla tazza o sul bidè per non disturbare il congiunto, dimentica il tempo e lascia passare la notte, volando di pagina in pagina. Continuerà a spergiurare che, vittima dell'insonnia, ha letto fino all'alba e non ammetterà mai che la lettura gli ha fatto perdere il sonno.

Annie François


mercoledì 23 novembre 2011

Rincontrarti


Ricordo quanto amassi il tuo lavoro e la passione con cui lo svolgevi: ricevevo tue e-mail ad orari impensabili e spesso non ti accorgevi che l'ora di pranzo era passata da un pezzo.
Sento ancora il brivido del panico lungo la schiena quando mi chiedevi di cercarti un indirizzo o un numero di telefono su La Lurida, la tua rubrica piena di contatti preziosi... e illeggibili!
Ogni volta che prendo in mano le forbici ricordo i piccoli lavori manuali in preparazione degli eventi che organizzavi o a cui partecipavi. Non ero brava a tagliare dritto e... ancora non ho imparato.
Ho ben impresso il tuo sorriso che mi accoglieva ogni mattina, accompagnato dal sempre allegro: “Ciao Ciccia!”. Ancora mi mette di buon'umore.

Non vedo l'ora di rincontrarti domani, Dada, tra le tue parole.




sabato 19 novembre 2011

La settima onda

Vedi? Guarda l'orizzonte. Lo vedi che le onde stanno cambiando? Guarda come crescono e come sono più regolari. Le vedo arrivare. Senti? Lo senti? Anche il vento sta cambiando.

Sono seduti sulla sabbia, uno affianco all'altro, e lei non ha il coraggio di dirgli che no, non le riesce a vedere le onde che lui aspetta, con impazienza, e che va a cercare, con avidità. Gliela invidia questa sua capacità di leggere il mare, come se conoscesse le sue profondità e prevedesse i moti della sua anima. Vorrebbe avere il suo coraggio, la sua incoscienza nell'affrontare qualcosa di molto più grande di lui, profondo e potente infinito.
Questa è una delle tante cose che lei gli tace. Non per timore di lui o di quello che lui potrebbe pensare, ma perché il loro rapporto è fatto anche, e soprattutto, del silenzio di lei.
Lei è quella che ascolta. Forse è giusto che sia così, perché non è brava a dare consigli; è goffa e impulsiva quando parla. Spesso, anche se è giusto quello che dice, è sbagliato come lo dice. Lei lo sa che nel mondo dei sentimenti non esistono il giusto e lo sbagliato, che nessuno ha torto e tutti hanno ragione... ma il suo pensiero sta divagando, come sempre...
Pensa che questo potrebbe essere il momento giusto per rompere il suo silenzio, ora che sono seduti uno affianco all'altro, con la calda e obliqua luce del tramonto, lui che legge il mare e lei che si sforza di vederlo. Si, pensa, questo potrebbe essere il momento giusto per dirgli che non riesce a smettere di pensare a quel giorno in cui molte cose sono cambiate. Il giorno in cui lo ha visto scoppiare in lacrime e lei avrebbe voluto alzarsi, correre da lui e abbracciarlo, ma non l'ha fatto. Vorrebbe dirgli non riesce a spiegarsi perché sia rimasta immobile e abbia distolto lo sguardo, piangendo a sua volta. Si sente come se quell'abbraccio mai dato fosse ancora lì tra loro e che stia aspettando che lei saldi il suo debito. Ma lei teme che sia troppo tardi; le sembra che qualsiasi cosa lei faccia non sia sufficiente e ha paura che non riuscirà mai a saldarlo questo debito, il debito di un abbraccio.
Ancora una volta tace, distoglie lo sguardo dai suoi pensieri e lo rivolge al mare e alle onde, che lui ama tanta. Si domanda se lui conosce la leggenda della settima onda, un'onda che non segue il corso previsto di tutte le onde, ma improvvisa, arriva più alta e poi trascina via, verso il largo. Lei pensa che c'è sempre un fondo di verità nelle leggende.
Lo guarda alzarsi e correre incontro al suo mare, alle sue onde. Vorrebbe gridargli: “Stai attento! Fai attenzione alla settima onda!”. Ma resta in silenzio e lo osserva, mentre lui prende il largo.

Ad A.


giovedì 17 novembre 2011

Le parole addosso 7



Non ho mai acquistato un fumetto, ma ne ho letti tantissimi: Topolino da bambina, a cui il mio cuginetto era abbonato, Dylan Dog imprestato dal compagno del liceo e tutti quelli che comprava mio fratello e su cui io riuscivo a mettere le mani. Ricordo che avevo una cotta per Nathan Never; adoravo Julia, con la grazia e l'eleganza della mia attrice preferite, mi intenerivo per i dolcissimi Calvin&Hobbes e ridevo fino alle lacrime con Lupo Alberto.

(Gioielli Mieko via Donna Moderna)


martedì 15 novembre 2011

Specchietto per le allodole

L'ho comprato, e letto, perché non ho saputo resistere al richiamo del nome Virginia Woolf nel titolo. Temevo fosse uno specchietto per le allodole, ma avevo anche una piccola speranza di immergermi nell'atmosfera del mondo della mia scrittrice preferita.
Stephanie Barron, l'autrice di questo libro, ha raggiunto un discreto successo con la serie delle “indagini di Jane Austen”. Non ho letto nessuno dei romanzi appartenenti a questa serie, ma ne ho sentito parlare; credevo quindi fosse una sorta di garanzia. Purtroppo non è stato così.
La prima impressione che ho avuto di “Virginia Woolf e il giardino bianco” è stata quella di un Harmony camuffato in un romanzo... storico? Al momento non mi viene una definizione migliore. Peccato che la parte storica fosse completamente inventata e che i personaggi, realmente esistiti, fossero stati stravolti. E' stato come se qualcuno calunniasse delle persone a me care; soprattutto ho provato molta amarezza per il ritratto che traspare da questo libro del povero Leonard Woolf, marito di Virginia.
Al di là di questa mia personale delusione, il libro in sé si fa abbastanza leggere, tranne che per i numerosi refusi; se normalmente mi danno abbastanza fastidio, in questo caso era come gettare sale su delle ferite aperte.
Come è possibile che, in questo mondo editoriale che sembra preferire la quantità invece della qualità, gli editori non abbiano ancora capito che una correzione di bozze più accurata può fare la differenza?


domenica 13 novembre 2011

Life is short


Sono stata lontana, prima in viaggio di piacere (Umbria!) e poi per lavoro.
Ho trascurato il mio blog, ma sopratutto i vostri. Ora ho recuperato, ho letto tutti i vostri post, un'overdose, ed è stato bello come ritrovare degli amici con cui non ci si è sentiti per un po' di tempo.
Vi dedico questo, a me ha infuso ottimismo verso il futuro e desiderio di condivisione (spero vi piaccia), e poi tornerò a parlare di libri.

(Video via A Cup of Jo)


martedì 8 novembre 2011

Bambini divoratori

Leggevo fino a ore impossibile. Sempre, però, una voce imperiosa mi ordinava di spegnere. Una sera, tradita dalla striscia di luce sotto la porta, come tutti i bambini divoratori di libri, passai allo stadio della pila tascabile soffocando sotto le lenzuola...Quando gli adulti uscivano, riaffioravo e, alla luce della lampada da comodino, leggevo a sazietà. Il loro passo nel corridoio suonava il coprifuoco in un panico completo.

Annie François

venerdì 4 novembre 2011

What a lot we lost



In questi giorni mi piacerebbe ricevere la coccola di trovare nella buca della posta una lettera per me; sarebbe come una sorpresa che illumina una giornata uggiosa, una carezza che consola, un abbraccio che riscalda... 

What a lot we lost when we stopped writing letters. You can't reread a phone call.

Liz Carpenter

(immagini via Brooklin Limestone)