martedì 15 novembre 2011

Specchietto per le allodole

L'ho comprato, e letto, perché non ho saputo resistere al richiamo del nome Virginia Woolf nel titolo. Temevo fosse uno specchietto per le allodole, ma avevo anche una piccola speranza di immergermi nell'atmosfera del mondo della mia scrittrice preferita.
Stephanie Barron, l'autrice di questo libro, ha raggiunto un discreto successo con la serie delle “indagini di Jane Austen”. Non ho letto nessuno dei romanzi appartenenti a questa serie, ma ne ho sentito parlare; credevo quindi fosse una sorta di garanzia. Purtroppo non è stato così.
La prima impressione che ho avuto di “Virginia Woolf e il giardino bianco” è stata quella di un Harmony camuffato in un romanzo... storico? Al momento non mi viene una definizione migliore. Peccato che la parte storica fosse completamente inventata e che i personaggi, realmente esistiti, fossero stati stravolti. E' stato come se qualcuno calunniasse delle persone a me care; soprattutto ho provato molta amarezza per il ritratto che traspare da questo libro del povero Leonard Woolf, marito di Virginia.
Al di là di questa mia personale delusione, il libro in sé si fa abbastanza leggere, tranne che per i numerosi refusi; se normalmente mi danno abbastanza fastidio, in questo caso era come gettare sale su delle ferite aperte.
Come è possibile che, in questo mondo editoriale che sembra preferire la quantità invece della qualità, gli editori non abbiano ancora capito che una correzione di bozze più accurata può fare la differenza?


2 commenti:

  1. i piccoli editore demandano la correzione di bozze agli autori, che con tutta la buona volontà del caso, spesso hanno in testa il romanzo per cui neppure a leggerlo al contrario come suggeriscono i correttori professionisti, riescono a trovare refusi. E poi chiaramente non è compito dell'autore. Purtroppo l'editoria è una giungla e io lo so bene. A parte questo i romanzi storici o sono storici davvero o, x me, è fuffa. baci ILARIA Pedra

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  2. Sicuramente un modo per ridurre i costi di produzione, ma che va a completo discapito dell'immagine della casa editrice, secondo me.

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