venerdì 29 marzo 2013

Io abito la Possibilità


Io abito la Possibilità -
Una casa più bella della prosa -
più ricca di finestre -
superbe – le sue porte -

E' fatta di stanze simili a cedri -
che lo sguardo non possiede -
Come tetto infinito
ha la volta del cielo -

La visitano ospiti squisiti -
La mia sola occupazione -
spalancare le mani sottili
per accogliervi il Paradiso.

Emily Dickinson
 
Buon weekend. Buona Pasqua. Buona Rinascita nelle vostre infinite Possibilità, Francesca

lunedì 25 marzo 2013

My becoming


Sto leggendo moltissimo in questo periodo, eppure ho grosse difficoltà a scrivere di queste mie letture; è come se mi scivolassero addosso, come se non riuscissero a scalfire la bolla in cui mi ritrovo, mio malgrado, rinchiusa.
Le ore, i giorni, le settimane volano e il mio sguardo è oltre, rivolto a un orizzonte ormai non così tanto lontano, al giorno in cui la mia vita cambierà per sempre. Questo dovrebbe incitarmi a pianificare, fare, agire, finché sono ancora in tempo, fino a quando ho ancora le forze, la “libertà”...
Invece sono immobile, una barca senza meta, senza porto ne ancora, in balia delle onde e delle maree. Sarà per questo sentire che la chiamano “attesa”?
Un tempo non mi sarei data pace, avrei sofferto di questa mia inconcludenza, mi sarei crogiolata nello struggimento, mi sarei sentita una fallita. Ora invece mi rendo conto di non avere scelta, è come se avessi in me una sorta di consapevolezza, questo il cammino, questa la strada...

The useless days will add up to something. The shitty waitressing jobs. The hours writing in your journal. The long meandering walks. The hours reading poetry and story collections and novels and dead people's diaries and wondering about sex and God and whether you should shave under your arms or not. These things are your becoming.

Tradotto da me:
I giorni inutili condurranno a qualcosa. I merdosi lavori di casa. Le ore impiegate a scrivere nel tuo diario. Le lunghe passeggiate senza una meta. Le ore trascorse leggendo poesie e raccolte di racconti e romanzi e diari di persone morte e le domande sul sesso e Dio e se dovresti depilarti le ascelle oppure no. Queste cose sono il tuo divenire.


mercoledì 20 marzo 2013

Il momento buono

Sarà pedante finché vuoi, ma io credo fermamente nelle abitudini in materia di scrittura. Certo, se hai del genio puoi anche farne a meno, ma la maggior parte di noi ha solo talento, che va strenuamente sostenuto con abitudini fisiche e mentali, altrimenti si inaridisce e sfuma. Lo vedo succedere di continuo. Ovviamente devi adeguare le abitudini che prendi alle tue possibilità. Io lavoro solo un paio d'ore al giorno perché è tutta l'energia che ho a disposizione, ma in quelle due ore non permetto a niente di interferire: stesso orario, stesso posto. Non che riesca a ricavare granché da quelle due ore. Certe volte lavoro mesi e mesi e poi mi vedo costretta a buttare via tutto, ma sono convinta che non è mai tempo sprecato. Qualcosa comunque si muove e, al momento buono, renderà tutto più facile. E il fatto è che se non ti metti seduta tutti i giorni, al momento buono tu non ci sei.

Flannery O'Connor

venerdì 15 marzo 2013

Dance around


Off topic. Fuori tema, ma neanche tanto. In fondo l'arte, o in questo caso la danza, sono solo un'altra forma di comunicazione diversa dalle parole, un modo differente di raccontare una storia, di mostrare un'emozione, condividere un pensiero.
Vi avevo accennato qui di questa mia passione per la danza, coltivata fin da piccola, e di cui ora sono semplicemente spettatrice, ma ancora partecipe con ogni fibra del mio corpo.
Se siete di Torino e dintorni, vi invito a vedere questa rassegna, giunta alla sua terza edizione.
Vi auguro un finesettimana ricco di movimento e musica.

It ain't no sin
To take off yuor skin
And dance around
In your bones.

Edgar Leslie
 
Qui e qui tutte le informazioni.



mercoledì 13 marzo 2013

Home Fever


I lavori di ristrutturazione della nostra nuova casa sono giunti a buon punto. Sale così l'emozione per il nostro prossimo trasferimento e con lei l'entusiasmo e la voglia di arredare e decorare il nostro nido. Purtroppo, dopo tutte queste spese, per il momento non potremo permetterci altro che sognare e questo, per fortuna, non costa nulla!
I cuscini nella foto, ad esempio, sarebbero perfetti per il nostro salotto...

lunedì 11 marzo 2013

Infatti

Ultimamente quando vado in biblioteca ho qualche difficoltà a scegliere i libri da portare a casa. Tutti quei volumi mi danno alla testa, mi vengono le vertigini e io non so più molto bene che cosa voglio leggere. Capita molto spesso che torni a casa con un libro per mio marito piuttosto che per me.
Quest'ultima volta volta però, con qualche timore di non fare la scelta giusta, ne ho preso uno, uno solo, una raccolta di racconti molto sottile che «se proprio non mi piacciono, non ho comunque sprecato molto tempo...».
L'ho preso pensando: «Ma guarda, è uscito il nuovo libro di Francesco Piccolo e non ne ho sentito parlare per niente. E poi il titolo, “Storie di primogeniti e figli unici”, che coincidenza, proprio ora che sono incinta... tanto ormai sto diventando monotematica...». Più o meno questi sono stati i miei pensieri. Poi ho letto la quarta di copertina e ho ritrovato il Francesco Piccolo di “Momenti di trascurabile felicità” e non ho più avuto alcun dubbio che sarebbe stata una lettura piacevole.
Quello che non mi aspettavo, e che ho scoperto leggendo la postfazione, è che in realtà questo non è l'ultimo libro di Francesco Piccolo, ma la ripubblicazione del suo primo libro, quello grazie al quale è diventato ufficialmente e si è sentito scrittore. E' stato curioso scoprirlo solo dopo aver letto tutti i racconti; non saprò mai se, avendolo saputo prima, li avrei affrontati con occhi diversi. Sicuramente ho ritrovato lo scrittore abile ad esaltare i piccoli particolari della vita quotidiana, quelli in cui ti riconosci, che senti tuoi anche se, in realtà, magari non ti è mai accaduto un episodio simile a quello che sta raccontando. Eppure, ti ritrovi a pensare, è andata proprio così.
Ho ritrovato la sua leggerezza e levità, ma non nel senso opposto di profondità ma perché, come dimostrano questi nove racconti, è proprio nelle piccole cose, nei dettagli, che afferri il senso della vita.
Inoltre, se c'è una cosa che vale la pena leggere in questo libro, è proprio la postfazione, in cui Francesco Piccolo racconta il suo esordio come scrittore, i piccoli passi che l'hanno trasformato da desiderarlo ad esserlo veramente, le prime volte che cambiano la vita. Personalmente, è la parte che mi è piaciuta di più di tutto il libro.
Come direbbe lui: «Infatti»

domenica 3 marzo 2013

A neverending Book


We turn together like pages in a neverending book.

Beth Ann Fennelly

Buon tretre amore mio. Il primo in tre...