lunedì 23 febbraio 2015

Doveva essere leggero

Avevo perso le speranze e mi ero rassegnata al fallimento/delusione e invece, con non so quanto ritardo, un bel giorno ho trovato nella buca delle lettere il libro dello swap libraio a cui avevo partecipato per Natale. Doppia felicità per il regalo ormai inaspettato! Non conosco ovviamente la persona che me lo ha inviato e non so neanche se ha un blog; peccato perché sarebbe stato un modo per scoprire qualcosa su di lei. Ho il suo indirizzo però e potrei sempre scriverle. Chissà se le farebbe piacere...
Che dire (scrivere) del libro? «Non è il mio genere» è di solito quello che penso quando mi capita sotto mano un romanzo come “Amore zucchero e cannella” di Amy Bratley. Ma l'affermazione sarebbe da analizzare visto che poi, spesso, quando finalmente ci metto mano (e il naso), questi libri li divoro in pochi giorni. Sono un ottimo intrattenimento e non richiedono molti sforzi; scrittura lineare, trame piacevoli. Forse da un libro mi aspetto un po' di più, anche che mi metta in difficoltà, o che mi scuota nel profondo, ma un po' di leggerezza non guasta alle volte.
Non pensavo inizialmente di scrivervene perché non mi aveva regalato grosse riflessioni ma, dopo le difficoltà di questi ultimi giorni, non smetto di pensarci.
La protagonista del libro è stata, quando aveva all'incirca otto o nove anni (non ricordo bene), abbandonata dalla madre e cresciuta dalla nonna materna. Che madre degenere, vero? Peccato che, nei momenti più neri della scorsa settimana, io abbia detto e ridetto, oltre ad averlo pensato in modo ossessivo, che me ne volevo andare. La mia mente non trovava altra soluzione. Non ce la facevo più, volevo gettare la spugna. Non l'ho fatto, ma questo è sufficiente a rendermi una madre migliore? Non sono sicura che la risposta giusta sia affermativa. E' questo che non riesco a smettere di domandarmi. Una persona può fare molti danni andandosene ma altrettanti anche rimanendo.
E' dal corso pre-parto che me lo sento ripetere: di come i bimbi siano delle spugne e che assorbano tutto quello che hanno attorno. Ma realizzare da sola che VV è felice se io sono felice mi ha messa molto paura addosso. Spesso non lo sono, quanto male farò alla mia bambina? Sarò in grado di fare in modo che il conto sia sempre in pari, che i piatti della bilancia non pendano da una parte sola, soprattutto quella sbagliata? Come farò fronte alle responsabilità legate alla crescita di mia figlia?
Queste e altre milioni di domande che trovo particolarmente difficili in questo periodo, da un libro che doveva essere leggero...

4 commenti:

  1. mi spiace che tu stia così male, davvero. In quanto allo swap io non ho ricevuto nulla, nè so se la mia abbinata abbia ricevuto il mio... Buona settimana! Sandra

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    1. Ci sono periodi, per fortuna brevi, in cui sento tutto il peso della responsabilità di crescere un altro essere umano...
      Mi dispiace tu non abbia ricevuto nulla, spero si tratti solo di un, ancora più enorme, ritardo.

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  2. Io penso che già il fatto che tu ne scriva sia importante. Li fai uscire da te , ora sono lì, davanti a te, su un piano diverso.
    Credo che i problemi, se messi fuori e davanti a noi abbiano più possibilità di essere superati.
    Un abbraccio

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    1. Lo spero tanto anch'io. Grazie Adele, ricambio l'abbraccio.

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