mercoledì 1 aprile 2015

An Art of One's Own


Rimarrò sempre con il rimpianto di non aver studiato storia dell'arte. Non che non fosse prevista questa materia nel liceo che ho frequentato, semplicemente ho avuto una pessima professoressa, che non è stata in grado di farmi appassionare. Nulla mi vieta di studiarla da auto didatta, ma sento che mi manca il la, un attacco, per poi proseguire da sola.
Continuo però a frequentare mostre e musei, perché mi piacciono, perché mi regalano belle emozioni, intuizioni, idee. Ogni tanto ho la fortuna di essere accompagnata in queste visite da un ottima guida, spesso mi limito ad osservare e leggere le poche e scarne informazioni scritte.
Non ero mai stata in una galleria d'arte prima di sabato scorso, ad attirarmi sono stati il fatto che fosse un'esposizione di sole artiste donne e il titolo: “An Art of One's Own”, un chiaro rimando al saggio di Virginia Woolf “A Room of One's Own”. 


Alla Raffaella De Chirico Arte Contemporanea ho trovato ad accogliermi una gentilissima ragazza, a cui non ho chiesto il nome perché la timidezza sovente mi rende una maleducata, che mi ha accompagnata passo passo a conoscere le dieci artiste ospiti di questa collezione, fornendomi spiegazioni dettagliate su ognuna di loro e sulle loro opere. Donne con un vissuto diverso, con gli studi più disparati, con metodi espressivi che spaziano dalla scultura al cucito, giovani e meno giovani, alcune in vita, altre no, famose e meno famose. Tutte alla costante ricerca delle propria arte, del metodo e del mezzo espressivo più appropriato per comunicare se stesse, un loro pensiero, un loro sentire

Nella foto in apertura un'opera di Irma Blank, insieme ad Angiola Gatti, è stata una delle artiste che più mi ha colpita; forse perché entrambe hanno scelto come mezzo di espressione la scrittura, il segno, la pagina, la biro.


E' impossibile vivere senza un proprio territorio, senza il senso di uno spazio che non è solo esterno ma interiore, un luogo della mente.

Siri Hustvedt

2 commenti:

  1. Io non sono un'appassionata di arte, e le mostre troppo lunghe mi annoiano un po'. Però tendo a relazionarmi con le singole opere, che potrei rimanere a guardare per ore. Mi è successo con "La guernica" e con la Pietà di Michelangelo...

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    1. Sono d'accordo con te, il troppo stroppia. Ricordo di essere uscita dai Musei Vaticani stremata. E non ricordo nient'altro... Meglio godere delle singole opere.

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