venerdì 23 dicembre 2016

Sing your Song


Volevo condividere con voi un episodio accaduto ad una mia amica questa estate, perché da quando me l'ha raccontato continuo a pensarci.

Era una mattina di un fine settimana e la mia amica indugiava a letto nella penombra, beandosi dell'ozio che solo la domenica ti regala. Attraverso la tapparella le giungeva il canto allegro di un passerotto, doveva essersi posato sulla ringhiera del suo balcone, regalandole così un melodioso buongiorno. Ad un certo punto il canto si interruppe bruscamente e lei immaginò che il passerotto fosse volato via, per dare una dolce sveglia a qualcun' altro. Fu solo più tardi, quando si recò finalmente in balcone, che scoprì la triste verità: il suo gatto, in un impeto del predatore che albergava non sospetto in lui, l'aveva ucciso.

Non riesco a smettere di pensare a quel passerotto, non per la triste fine che l'attendeva su quella ringhiera del balcone, ma per il canto che, ignaro del destino, stava regalando al mondo. Non posso fare a meno di pensare che se il passerotto fosse stato troppo impegnato a valutare a tutti i pericoli che ci sono nella vita e a preoccuparsi per questo, non avrebbe mai cantato. E ogni volta che ci penso non posso fare a meno di dirmi che è così che dovrei vivere: incurante del gatto che incombe alle mie spalle, lo sguardo rivolto all'orizzonte, verso il sole che nasce, concentrata solo a cantare il mio canto, qualunque esso sia. Ed è questo l'augurio che faccio a me e a voi: di riuscire a fare come quel passerotto, immerso completamente nel presente e nel suo canto, senza preoccuparsi se da lì a qualche minuto, o giorno, mese, anno sarebbe arrivato il gatto.

Vi faccio i miei più sinceri e affettuosi auguri per un Sereno Natale e un Felice Anno Nuovo. Non dimenticatevi di cantare!
Grazie per continuare a leggermi e per i vostri preziosi commenti. Il blog va in vacanza, ci rivediamo dopo la Befana!

venerdì 16 dicembre 2016

Tutto il peso


Questo anno si sta per concludere con me che mi esercito a fare spallucce. Mi sto esercitando a non arrabbiarmi più, a non prendermela più, a non innervosirmi più se non riesco a fare tutto quello che vorrei fare. Per me è una conquista tutto quello che riesco a fare, il resto pazienza...
La mia to do list si è assottigliata al punto che mi impongo di scegliere una ed una sola cosa a cui dedicarmi nella giornata, tutto il resto è un di più che se c'è bene e lo festeggio, altrimenti festeggio quell'unica spunta data alla mia lista unica.
Quindi pazienza se ho scritto poco sul blog, pazienza se non ho messo in parole tutte le cose che avrei voluto condividere con voi, pazienza se non ho fatto il post sui pensierini e il calendario dell'avvento (mi ero così divertita l'anno scorso), pazienza se è tanto che non scrivo di libri. Il mondo è andato avanti comunque. E anch'io, a dirla tutta.
Pensavo che avrei penato molto di più, che sarei stata come un animale in gabbia, che mi sarei disperata, che avrei vaneggiato e fatto impazzire tutti quelli che mi stanno accanto. Ed è stato anche così. Ma è arrivato il giorno in cui semplicemente ho dovuto ammettere «Non ce la faccio. Il mio fisico non ce la fa». Vorrei ma non posso. Sono triste a volte per questo e spero che questi mesi passino in fretta, per lasciarmi presto tutto alle spalle. Però è anche un sollievo, a volte, avere la scusa di non dover fare niente, di non dover più rincorrere... che cosa? Che cosa rincorrevo? Non lo so più bene neanche io.
Non è per niente facile. Non è facile chiedere aiuto. Non è facile avere bisogno di aiuto. Non è facile stare immobili a guardare mentre gli altri fanno. Non è facile non fare, quando lo si vorrebbe tanto fare. "Poi passa" è il mio nuovo mantra.
Niente bilanci per questo anno che si chiude. Non saprei da che parte incominciare. Potrei concentrarmi solo sulle cose belle che mi sono capitate (tantissime!), ma sarebbe un baro scoperto e non riuscirei a fregare nessuno, per prima me stessa. Preferisco prenderlo per intero e, per ora, mettere da parte questo anno di cui non so bene che cosa fare. Lo riprenderò in mano più avanti, con la freddezza e la saggezza che porta la distanza.
Niente buoni propositi per quello che sta per iniziare. Non so davvero che cosa chiedere. Sono stanca di esprimere desideri che non vengono esauditi, ho paura di avere aspettative che vengono disattese. Così come la mia lista è fatta di una sola spunta, prendo i giorni uno alla volta e ne sento davvero tutto il peso. Il valore.
Avevo l'impressione già da un pezzo che la vita fosse una spinta inarrestabile, e che una cosa del genere, il fatto che non potesse mai fermarsi, per nessuno, che continuasse a scorrere, mi avrebbe tenuto a galla, in qualche modo.

Elena Varvello

lunedì 12 dicembre 2016

Caro Babbo Natale

Quand'è l'ultima volta che avete scritto una lettera a Babbo Natale? Io non me lo ricordo più. Però quest'anno, almeno virtualmente, l'ho voluto fare e ho scritto una letterina tutta torinese, molto sabauda, a chilometro zero, perché amo la mia città e voglio condividere con voi le cose e persone belle che la abitano e la rendono un luogo speciale. Quindi ecco che cosa ho chiesto...


Natale a Torino. Quindici storie e un piatto di agnolotti”, Neos Edizioni: un libro di racconti, tutti ambientati a Torino e pubblicato da una casa editrice di Rivoli, la città di provincia dove abito; perché che Natale sarebbe se non si respira aria di casa?

Un tè di Melissa Erboristeria: quello dei poeti, ma anche altri gusti, la postilla però è di andare a comprarmelo da sola, perché, vergogna della vergogna, non ci sono ancora stata ma è da tanto che desidero andarci. Vi capita mai di provare soggezione per un luogo troppo bello?

Un gioiello di Gioie di Giulia: l'ho scoperta su Instagram e mi sono innamorata della sua poesia, dolcezza e delle sue creazioni. So con certezza che un giorno una diventerà mia, magari con l'aiuto di Babbo Natale, perché io non so scegliere, sono una più bella dell'altra.

Carnet Torinese” di Ilaria Urbinati, Voce in Capitolo edizione: in queste lunghe settimane in cui sono confinata in casa, Torino mi manca, quale modo migliore per riviverla attraverso queste bellissime illustrazioni?

E voi, che cosa chiedereste a Babbo Natale?