lunedì 23 gennaio 2017

La vita felice


Ci sono lati di noi che conosciamo bene, ma spesso non comprendiamo; cose che continuiamo a fare, che continuiamo a mettere in atto per il puro e semplice piacere che il farle ci arreca, anche se siamo solo spettatori.
Come il mio amore per i manuali di scrittura, le biografie degli autori o tutti quei libri che, in un modo o nell'altro, raccontano la vita degli scrittori, il dietro le quinte, il loro modo di vivere e lavorare. Amore incomprensibile, visto che non ho nessuna velleità di scrivere, non ho mai scritto un racconto o l'inizio di un probabile romanzo, semplicemente mi piace venire a conoscere come la magia si crea. Leggo addirittura manuali pieni di esercizi che non faccio!
Quando prima di Natale sono andata alla presentazione del libro “La vita felice” di Elena Varvello, tutto mi sarei aspettata tranne proprio il racconto di come questo suo libro sia nato e il regalo, ancora più grande di un'immagine: un lago ghiacciato.
Lo scrittore cammina su questo lago e, ad un certo punto, si ferma e incomincia a grattare, con qualsiasi strumento lui abbia a disposizione, mani ed unghie, se necessario.
La letteratura è un'ascia che serve a rompere il ghiaccio dentro di noi.
Franz Kafka
Che cosa c'è sotto il ghiaccio? Il pesce, cioè il senso. E il senso di un romanzo non può essere spiegato, è in ogni singola parola.
Quello che non mi aspettavo e che ha reso l'immagine del lago così significativa per me è stato quando ha detto che lo scrittore, su quella superficie, non è da solo: alle sue spalle ci sono i lettori. E adesso ogni volta che leggo, è lì che mi immagino.

Che cosa ha visto Elena Varvello sotto il ghiaccio? L'immagine di un ragazzino che scappava da suo padre. E l'ha seguito. E' la storia di Elia e di come, in una notte, la sua vita cambi per sempre. Il racconto, ormai adulto, di un'estate e di uno strappo che lo ha segnato per sempre; il tentativo di rispondere a una difficile domanda: è possibile, dopo una ferita così profonda, sperare di essere felici?
Sono rimasta alle spalle di Elena Varvello, ho seguito anch'io Elia e ho visto il pesce.
Piccole cose. Il suo respiro, insieme al sibilo del vento che solo io posso sentire. Il fiume che scorre in lontananza, e la sua musica. L'odore della notte. Il bene che, nonostante tutto, diamo e riceviamo. La vita felice. La vita che ci resta, è solo questo, e che non va sprecata.

2 commenti:

  1. "La vita che ci resta, è solo questo, e che non vada sprecata."
    Non ho ancora smesso di chiedermi come fare per non sprecarla. Non del tutto almeno.
    Forse dice bene un mio amico: lo scopo della vita? Viverla!

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    1. Temo ci saranno sempre momenti in cui "sprecheremo tempo", ma forse esserne consapevoli può aiutarci a scacciarli via prima.
      Io continuo a fare spallucce... ;-)

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