lunedì 9 ottobre 2017

Guerra e pace


Un mese in compagnia di un solo libro. Di solito mi capita quando il libro non mi piace ma per qualche motivo devo obbligatoriamente leggerlo, altrimenti mi avvalgo della facoltà di abbandonarlo. Il tempo è troppo prezioso per sprecarlo con cattive compagnie...
Il libro in questione però non è affatto brutto, solo molto lungo e il tempo per leggere a mia disposizione sempre più breve. Ottima la scelta di portarlo con me in montagna, dove sono riuscita a fare una bella immersione, grazie ai pisolini lunghi di VV nel pomeriggio e le serate dove l'alternativa era al massimo una partita di carte. Appena tornata a casa, infatti, il mio ritmo di lettura è drasticamente rallentato e il mio piacere e interesse nella lettura ne ha notevolmente risentito: perdevo il filo più facilmente, avevo difficoltà a stare al passo con gli avvenimenti. Per fortuna poco dopo sono subito ripartita per il mare.
Il paragone che mi è venuto in mente durante questa lettura è quello con le varie serie TV che vanno tanto di moda adesso: sono lunghe, a puntate, siamo disposti ad attendere mesi per vedere il proseguimento, facciamo sfiancanti maratone fino a notte fonda perché vogliamo sapere come va a finire. “Guerra e pace” di Tolstoj è proprio come una serie TV e, a discapito di quello che si può pensare di un libro classico, vecchio e lungo, ti può interessare altrettanto. Sì, questa interminabile lettura mi ha appassionata, a sorpresa, perché anch'io come tutti temevo mi annoiasse. E' successo a volte; le parti sulla guerra sono state sicuramente quelle che mi hanno meno entusiasmata, ma avevano un senso, erano parte fondamentale del libro e, a modo loro, istruttive. In quei lunghi capitoli ricchi di descrizioni sui campi di battaglia, sugli spostamenti degli eserciti, sulla vita che conducevano i soldati di qualunque grado ho imparato tante cose e sono scaturite tante riflessioni inaspettate.
Il libro narra la storia di due famiglie, i Bolkonskij e i Rostov, durante la campagna napoleonica in Russia e nella sua immensità si potrebbe dire un romanzo infinito, nel senso che l'autore sembra essere riuscito a trovare la forma perfetta con cui descrivere in letteratura l'uomo nel tempo. Denso di riferimenti filosofici, scientifici e storici, il racconto sembra unire la forza della storicità e la precisione drammaturgica ad un potente e lucido sguardo che domina il grande flusso degli eventi, da quelli colossali a quelli più intimi, quali gioventù, vecchiaia e matrimonio, offrendo un ampio affresco della nobiltà russa.
Complicato giungere ad una conclusione, tirare le fila di un libro che credo a lungo continuerà a risuonare dentro di me, con le sue infinite sfumature e i suoi innumerevoli messaggi. Vi riporto l'unica frase che mi sono appuntata, forse quella che ho sentito che mi appartenesse di più in questo momento della mia vita, nel flusso della mia storia.
E perché, - si disse Andrea contemplandola, - tutto non è così chiaro, così semplice come crede Maria? Quale consolazione sarebbe sapere dove trovare soccorso in questa vita e ciò che ci aspetta oltre la tomba. Che gioia, che appagamento proverei a poter dire: Signore, abbiate pietà di me! Ma a chi rivolgerò questa preghiera? Questa forza indefinita, inconcepibile, alla quale io non posso rivolgermi, e che non saprei nemmeno esprimere con parole, è il gran tutto o è il nulla? O non sarebbe, per caso, questo Dio che vedo qui, rinchiuso in questo amuleto dalla mano di Maria? Nulla, nulla è certo, se non il poco valore di tutto ciò che posso capire e la grandezza di qualcosa che mi è incomprensibile ma che nondimeno è la sola cosa che importi.”
Vale la pena di leggerlo.


7 commenti:

  1. Anche io ho affrontato il libro durante una vacanza di molti anni fa, e sono completamente d'accordo con te sulla valutazione. Molto bella la frase che hai annotato. E sicuramente vale la pena di essere letto. claudiag

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    1. Sono letture che richiedono tempo, calma e concentrazione, inutile negarlo. Però che piacere leggerlo.

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  2. Letto e riletto e raccontato, ho sempre pensato che goda di "cattiva fama" forse per le tante pagine. Usciva a puntate per rivista e i lettori attendevano la puntata successiva. Come adesso si attende la seconda stagione di una popolare serie televisisa...

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    1. Ho anch'io il sospetto che, forse per via della lunghezza, goda di cattiva fama; temo addirittura che molti non sappiano proprio di cosa parli. Il titolo è fuorviante, ecco...

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  3. L'ho letto in vacanza, tanti tanti anni fa. Così tanti che potrei rileggerlo. Magari leggerlo a puntate non sarebbe male...ci penserò! Grazie per il suggerimento.

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    1. Però che tortura leggerlo a puntate, che suspance... :-)

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    2. forse.... però mi viene voglia di provare...chissà se ritrovare tempi lenti aiuta a far durare di più il piacere...

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