venerdì 22 dicembre 2017

Cosa farei?


Non ho un bellissimo ricordo degli anni universitari, la spensieratezza dei vent'anni o poco più era sempre annebbiata dalla consapevolezza degli esami e dello studio, che incombevano su di me non facendomi assaporare mai appieno i momenti di svago. Quel pensiero fisso che non ti fa vivere il presente perché già proiettato alla prossima sessione. Questa forma mentis mi è rimasta anche negli anni successivi, anche nelle cose più banali, quotidiane: sei al lavoro e aspetti con trepidazione il weekend, torni dalle vacanze estive e vai a vedere quando cade Natale, hai un problema o contrattempo e rimandi tutto fino a quando non l'hai risolto. Non dico niente di nuovo, stiamo parlando di vivere e apprezzare il presente; non c'è guru/santone/coach che non prometta di insegnartelo: goditi la vita, bla, bla, bla...
Un'altra frase fatta è che il tempo passa troppo in fretta, non c'è giorno in cui io guardi VV e non pensi «Ti prego, fermati! Non crescere così in fretta!», fino a marzo però era la mia battuta preferita dire: «Adesso sì che vorrei che il tempo corresse, non vedo l'ora che sia tutto finito». Ora poi che ci stiamo avvicinando alla fine dell'anno, più volte mi sono sentita dire: «Non vedrai l'ora di lasciarti questo 2017 alle spalle; di dimenticare tutto e proseguire per la tua strada».
Solitamente i bilanci li faccio a settembre o all'inizio del nuovo anno, ma visto che più volte sono stata invitata a lasciarmi tutto alle spalle, non ho potuto fare a meno di girarmi e guardare quello che stavo per abbandonare.
Le prima cose che mi vengono in mente non sono i brutti ricordi, anche se avrei l'imbarazzo della scelta, potrei farvi un lungo elenco di quello che ho attraversato, dei disagi subiti dal mio corpo e i buchi neri in cui è caduta la mia mente. E' stato terribile.
Ho in realtà delle bellissime memorie e tante soddisfazioni, da quelle professionali come il Bookcoaching, il blog (e ora la mia newsletter) a quelle personali come il tempo trascorso con le persone che amo, le gite, i viaggi, gli incontri e l'aver potuto coltivare le mie passioni.
No, non vedo l'ora che sia il nuovo anno per proseguire perché in realtà non mi sono quasi mai fermata, neanche quando non avevo la forza di alzarmi dal letto. No, non vedo l'ora di lasciarlo andare questo 2017. E' stato un anno che mi ha insegnato tante cose, mi ha fatto capire di che pasta sono fatta, mi ha donato consapevolezza e forza. La paura della morte mi avrà tolto il futuro (forse, non ne sono così sicura) ma mi ha regalato il presente. Quando il domani, anche solo il poche ore dopo, è davvero un'incognita impari davvero che cosa vuol dire vivere e godere del momento: a fare ciò che puoi, ciò che vuoi e con quello che hai ORA, senza più aspettare un fantomatico momento in cui la parte brutta della vita sarà finita.
Questo non vuol dire che se dovessi ripetere tutto sarei felice, Dio me ne scampi... avrei fatto volentieri a meno anche di questo insegnamento a dirla tutta ma, visto che ho dovuto passarci attraverso, sono orgogliosa di me stessa e di come l'ho fatto. Un grazie poi a chi mi è stato vicino, a mio marito in particolare, che si è dimostrato una vera roccia, ai miei genitori e ai miei suoceri, che si sono letteralmente presi cura di noi, a VV, che mi spinge sempre ad essere una persona migliore, e a tutte le persone che nei modi più diversi ci hanno dimostrato il loro affetto e appoggio.
Non si chiude niente, non inizia nulla, la vita scorre. E questo è il mio invito per le feste e il 2018:
...basta un attimo per morire, basta solo un attimo per vivere.
Chiudi gli occhi, e lasci andare tutte le paure inutili. E allora, in questo nuovo stato, libero dalla paura, ti domandi: chi sono io?
Se potessi vivere senza dubbi, cosa farei?
Se potessi essere gentile senza la paura di essere fregato?
Se potessi amare senza la paura di essere ferito?
Se potessi gustare la dolcezza dell'oggi senza pensare a quanto mi mancherà quel gusto domani?
Se potessi vivere senza la paura del tempo che passa e delle persone che si porterà via?
Cosa farei?

Matt Haig
Il blog va in vacanza e riapre i battenti l'8 gennaio. Vi abbraccio forte, Francesca

lunedì 18 dicembre 2017

L'ultimo #turineisa del 2017


Il post di oggi vede protagonista l'ultimo #turineisa del 2017, questa rubrica che mi sta dando grosse soddisfazioni, mi ha fatto fare delle bellissime scoperte e che non ho nessuna intenzione di abbandonare.
Come vi accennavo QUI, finalmente a novembre sono riuscita nel tanto agognato faccio cose, vedo gente. In particolare sono stata a due presentazioni: di un calendario per il 2018 e di una guida narrativa su Torino.

non tutto a posto


Da non so quanti anni sono iscritta alla newsletter della libreria “nb:notabene”, libreria indipendente specializzata in grafica, designa e architettura contemporanea, un piccolo gioiellino nascosto in una viuzza laterale, con un bellissimo soffitto in legno grezzo e le pareti, ovviamente, tappezzate di libri e pubblicazioni poco note, e per questo davvero preziose. Ero stata attirata dalla loro bancarella durante un'edizione di Portici di Carta, così avevo lasciato molto volentieri il mio indirizzo mail, ma per tutto questo tempo non ero mai stata fisicamente in negozio, che per me che abito in provincia è decisamente fuori mano. Ma se si desidera qualcosa, il momento giusto prima o poi arriva...
L'occasione è stata la presentazione del calendario nontuttoaposto di Cristiana Erbetta, che nasce per il desiderio di giocare con il divenire immagine delle parole. La calligrafia diventa così segno astratto e rappresentazione grafica, si trasforma in poesia.


La Calligrafia Gestuale è la parte più libera della calligrafia in quanto la scrittura diventa segno e ne scaturisce un' immagine che diventa testo. In questo tipo di calligrafia sono elemento distintivo e fondamentale la dinamicità e la sicurezza del calligrafo poiché saltano tutti gli schemi della calligrafia classica ed il gesto è completamente libero. La calligrafia gestuale è anche un importante campo per ottenere sorprendenti effetti grafici grazie ai più inconsueti strumenti calligrafici quali il: cola-pen, tiralinee, palette di legno, carboncini, scopini di saggina, feltrini di diversa durezza, rafia ripiegata ecc.


"nontuttoaposto
scompone e ricompone
ricuce riutilizza riassembla
nontuttoaposto ama le imperfezioni
i difetti le imprecisioni
così ogni pezzo è unico"

Sotto una buona stella


Una sera, invece, mi sono recata al Circolo dei Lettori, per assistere alla presentazione di una guida molto particolare di Torino, “Sotto una buona stella” a cura di Gianluca Polastri, unica nel suo genere, con l'ambizione di far entrare, chi si accinge a leggerla, nello spirito torinese, uno spazio vivo fatto di persone, storia e tradizioni. La caratteristica che mi ha colpita maggiormente, che mi ha spinta a partecipare all'incontro e a comprare poi il libro, è stata che al progetto hanno preso parte non solo scrittori piemontesi, ma anche fotografi, artisti, architetti, cuochi e poeti: un caleidoscopio di voci davvero in grado di dare voce a Torino e alle sue infinite sfumature. Il fatto poi che sia narrativa, cioè sotto forma di racconti, non poteva che essere il giusto corollario di questo anno #turineisa. Al prossimo!

lunedì 11 dicembre 2017

Desiderare


Vittoria quest'anno a Babbo Natale ha chiesto in dono una bambola, non una qualsiasi, si è espressa con dovizia di particolari su come deve essere vestita, mettendoci in grande difficoltà perché dubito la troveremo esattamente come la vuole e quindi la sottoscritta sta già pensando a una lettera di spiegazioni da parte di Babbo Natale, perché conoscendola temo il disappunto sotto l'albero all'apertura del pacco.
Non è stata la sua prima scelta, è la terza dopo il peluche, ma ora la lettera è scritta e il dado è tratto. La prima volta che le ho chiesto che cosa le sarebbe piaciuto ricevere, e per molto tempo dopo, mi aveva risposto una casa delle bambole. Quando le avevo fatto notare che all'ultimo compleanno aveva ricevuto un castello, con tanto di personaggi e mobili, lei si era mostrata molto scocciata e poi era sbottata con un «Ecco, adesso non so più che cosa chiedere a Babbo Natale!» La sua risposta mi aveva molto colpita e ci ho riflettuto a lungo.
Vittoria non è mai stata, fino ad ora, una bambina che faceva richieste su giochi o simili, non esprimeva il desiderio di possedere qualcosa in particolare, decidere che cosa regalarle è stato quindi per me sempre un po' complicato, perché dovevo indovinare che cosa le sarebbe piaciuto. In fondo mi sembrava anche uno spreco, lei sembrava felicissima di giocare con quello che era già in suo possesso. Quello che pensavo però fosse un regalo da parte mia, anticipare cioè un suo desiderio, si è rivelato essere (e l'ho capito appunto con quella sua affermazione) un grave torto. Perché in realtà le ho tolto il piacere più grande: desiderare.
L'attesa, il sogno, immaginarselo e poi, finalmente, ritrovarselo davanti, possederlo, magari non come l'avevamo pensato, forse peggio o forse ancora meglio ma quello, sì, desiderare è il regalo più bello.
You might be poor, your shoes might be broken, but your mind is a palace.
Frank McCourt
Buon avvento, buona attesa, buoni sogni. Vi auguro di trovare questo sotto l'albero, un dono solo.

lunedì 4 dicembre 2017

La vita, ultimamente 29


Settembre e ottobre ci avevano visti chiusi in casa a completare gli ultimi lavori di ristrutturazione, cioè a guardare gli altri farli, e poi pulire lo sporco che questi avevano creato. A novembre finalmente abbiamo messo il naso fuori di casa e abbiamo anche riesumato la tessera musei che languiva nel portafoglio da troppo tempo.
Abbiamo inaugurato le uscite con una bella gita al Santuario di Oropa; c'ero stata da ragazzina con i miei genitori e mi ricordavo degli edifici enormi e il freddo, tanto freddo, nonostante fosse primavera. Questa volta il tempo è stato clemente e ci ha regalato una bellissima giornata di sole, poca gente e l'agio di girare con calma tra le varie strutture che compongono il santuario. Con il Natale alle porte, vi consiglio una visita anche solo per la bellissima collezione di presepi provenienti da tutte le parti del mondo, sono uno più bello dell'altro ed eravamo tutti affascinati. Se poi come noi, per sbaglio, passate per Biella, vi consiglio di fermarvi, sempre per errore, dalla pasticceria Massera, prima che i proprietari si accorgano che le loro produzioni vengono rivendute al triplo del loro prezzo e alzino i costi. Inutile aggiungere che è tutto buonissimo.


In un giorno di pioggia ci siamo recati ad Artissima e abbiamo avuto conferma che sì, vale la pena di andare per musei con VV, anche se lei non sempre è dello stesso parere. Ulteriore conferma del fatto che l'arte può essere a portata di bambino l'abbiamo avuta partecipando alla “Domenica in famiglia” della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, museo di arte contemporanea di Torino. I bambini venivano accompagnati ad osservare alcune opere e a fare delle attività ad esse ispirate; alla fine del percorso ogni bimbo ha creato la propria installazione. VV si è divertita tantissimo e alla fine dell'incontro è corsa da noi chiedendoci di tornare la domenica seguente.


La cosa per cui sono più contenta però di questo mese che si è appena concluso è che sono finalmente riuscita a mettere in atto quello che mi riproponevo da tempo di fare e che per varie ragioni, contrattempi, malanni, pigrizia, non avevo ancora fatto: prendermi del tempo per me sola ed esplorare, partecipare ad incontri e presentazioni, fare scoperte, ricevere ispirazione e nutrimento dagli atti creativi degli altri.
Sarà per questo motivo che è poi nata "Tra le righe", la mia newsletter? Se vi siete persi la notizia, trovate tutte le informazioni QUI.


Il profumo di casa mia. :-)